In che modo siamo stati accolti quando siamo "venuti al mondo"? Siamo stati accolti con dolcezza e rispetto o con ansia e agitazione? Quali le emozioni che ci circondavano durante i nostri primi respiri? La persona che ci ha toccato per prima lo ha fatto con attenzione e delicatezza o con fretta e distrazione? Quali sono le prime parole che abbiamo udito e quelle che avremmo voluto ci fossero dette?
Possiamo provare a rispondere a queste e altre domande senza cercare di attingere ai ricordi, ma più semplicemente basandoci sul presente e, in particolare, osservando le relazioni che siamo stati capaci di instaurare con il mondo circostante fino ad oggi.
Recentemente sono stato intervistato dalla Televisione Svizzera Italiana (TSI 1) che sta per realizzare un servizio sull'influenza che porta il taglio cesareo nello sviluppo dell'essere umano. Questa interessante e divertente esperienza ha fatto riaffiorare alla mia mente ricordi ed esperienze, legate alla mia nascita, che non consideravo più da tempo.
Per esempio ho ricordato per quanto tempo, ogni volta che ero in procinto di vivere esperienze cariche di emotività tendessi ad "anestetizzarmi" così da attraversare quei momenti con la mente annebbiata, con poca chiarezza.
La stessa esperienza l'ho vissuta, anche se con un'intensità decisamente più elevata, quando sono nato. Sono nato grazie a un cesareo programmato e mia madre venne anestetizzata tramite una forte dose di etere. L'anestetico mi ha raggiunto prima che "venissi tirato fuori", così ho vissuto il più intenso cambiamento fisico che l'essere umano possa vivere in modo "poco lucido". Tale esperienza si è impressa così vivamente in me, da diventare un'abitudine.
Ho vissuto il primo cambiamento intenso della mia vita "sotto anestesia", così ho cominciato a crede che l'anestesia (emozionale) fosse l'unico modo, per me, di vivere i cambiamenti e le emozioni.
Tutte le relazioni che ho vissuto fino al momento in cui ho "scoperto" questo schema sono state condizionate dalla scarsa lucidità nei momenti di intensa emotività. Tendevo a perdere attenzione e presenza appena cominciavo a percepire che le emozioni si facevano intense.
Potete ben immaginare cosa potesse significare soprattutto per quello che riguarda le relazioni sentimentali. Facevo fatica a lasciarmi andare alla rabbia, così come alla passione, riuscivo ad essere inizialmente seducente, ma poi mi raffreddavo, ecc.
Il respiro circolare (Rebirthing), con i suoi forti richiami all'esperienza perinatale, mi ha aiutato a far emergere con chiarezza le esperienze che vi ho descritto e molte altre ad esse collegate, permettendomi di sciogliere gli schemi che limitavano le mie relazioni. Ho imparato ad ascoltare il mio respiro nei momenti in cui le emozioni si fanno forti, liberandomi della paura di vivere intensamente.
Ho compreso con maggior chiarezza quanto il respiro sia collegamento tra tutti i momenti della nostra esistenza e quanto possa sostenerci se scegliamo di affidarci alla sua saggezza.
In particolare, il Rebirthing mi ha aiutato migliorare le relazioni che avevo instaurato con il mondo circostante e a creare nuove relazioni più sane e benefiche.